Facimmo ca je fosse

 Facimmo ca je fosse, spettacolo selezionato al premio Scenario 2025.


Sinossi

"Facimmo ca ie fosse’" è un racconto nel racconto, una narrazione 

che si snoda tra il fantastico e il crudele, tra la fiaba e l'orrore. Due 

cantastorie laidi e corrotti si trovano di fronte a un desiderio esaudito 

che si trasforma in maledizione, costringendoli a fare i conti con la 

propria voce e la propria coscienza. 

Note di regia

La regia abbraccia questa dualità con un linguaggio scenico in 

continua trasformazione: lo spazio si modella attorno ai 

protagonisti, evocando luoghi e situazioni attraverso un teatro di 

narrazione contaminato da elementi visivi e fisici. Il gioco attoriale 

si nutre di improvvisazione e riscrittura, in un processo creativo che 

evolve in sala, lasciando che il testo prenda vita nell'incontro tra gli 

attori e il lavoro in sala

Note al testo

La messinscena si nutre della tradizione popolare e della poetica del 

Cunto de li Cunti, facendo emergere il potere del racconto come 

strumento di salvezza e condanna. Il ritmo serrato, la fisicità 

grottesca e la continua oscillazione tra ironia e tragedia

accompagnano lo spettatore in un viaggio che interroga il senso 

stesso del narrare. Perché, alla fine, l’unica storia che conta davvero 

è quella che si ha il coraggio di raccontare.

Note alla scena 

In scena, un groviglio di tubi. Metallo, che si trasformano di volta in 

volta. Sono la casa, rifugio precario e mutevole. Sono il gioco, 

ingannevole e beffardo. Sono l’imbroglio, un labirinto senza uscita. 

Sono il tavolo del banchetto, dove si celebra e si consuma l’illusione. 

Poi prigione, poi ghigliottina. 

E nel finale, quei tubi si alzano, vibrano, oscillano nel vuoto. 

Non sono più barriere né lame. Sono campane. Rintoccano, fredde e 

solenni. E chiamano la morte.






2 commenti:

Facimmo ca je fosse

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